Forse le previsioni maya relative al 2012 si riferivano al Partito Democratico. Partito che si avvia a grandi falcate verso un DISASTRO di proporzioni apocalittiche appunto. Mai la sinistra è stata così nel caos, così distante dalla sua - ipotetica - base elettorale (seppure abbia sempre avuto, soprattutto la sinistra post-PCI una certa vocazione allo snobismo intellettualoide, tanto vacuo, quanto intollerabile). D'Alema e Bersani - che lo sta ampiamente dimostrando - sembra che facciano politica da Marte, totalmente ignari dei fatti terreni. Ormai sembra proprio che l'unico collante che porterà parte degli Italiani (speriamo molti) a votare la "disarmante" alternativa di sinistra sia un irrinunciabile rifiuto nei confronti della politica degli interessi personali del Berlusconismo, non certo una politica delle proposte - di cui continuiamo a essere in trepidante attesa - che invece non esiste. L'idea politica dl PD non coinvolge, appare confusa, contraddittoria, incomprensibile, lontana anni luce dagli umori degli italiani. Dite, fate qualcosa di sinistra accidenti, perché sembrate alieni, zombie che vagano sulla terra come quelli di Resident Evil. Belve testarde, ottuse, lobotomizzate in cerca di qualcuno che tagli loro metaforicamente la testa in modo da liberarli dal peso di una non vita. Magari... così forse il PD potrebbe rinascere. E' necessaria forse ancora una volta una morte simbolica per poter davvero risorgere? Non lo so, la sinistra è stata già fin troppo mutaforme in questo decennio per quel che mi riguarda. Ora è il momento di insistere con quel che si ha, ovvio! Ma chiaritevi le idee perdio! Perchè altrimenti rischiamo il collasso e la responsabilità di aver abbandonato l'Italia a un triste destino... Berlusconi - come i barbari con l'Impero romano - sta devastando questo Paese. Nessuna conquista democratica, con lui, è al sicuro. Neppure le conquiste della morale. Tutto può essere messo in discussione. Lo sfascio istituzionale, e non solo, di cui il governo delle libertà si sta facendo protagonista necessita un freno. A questo governo delle barbarie è necessario opporre un interlocutore onesto, credibile, forte, civile, che sappia aiutare gli Italiani ad orientarsi, a comprendere per scegliere consapevolmente il "proprio" bene. Aiutare gli Italiani a diventare protagonisti attivi della politica del proprio paese, anziché marionette - come succede adesso - nelle mani di una sola parte politica, attraverso i saldissimi fili mediatici dell'abile burattinaio Berlusconi.
A cosa hanno portato finora alleanze improbabili? E' vero, si è addirittura vinto le elezioni talvolta, ma a che prezzo? Sicuramente a discapito della governabilità. Mettendo in piedi governi paralizzati, ostaggio dei propri stessi alleati, prima ancora che dell'opposizione. Cosa c'entrava ad esempio l'onorevole Mastella, tanto per fare un nome, in un governo della sinistra democratica? E' proprio questa la confusione di cui non si ha alcun bisogno. Lo chiedo a D'Alema... che insiste in questo gioco al massacro. E' un interlocutore davvero credibile e soprattutto adeguato Pier Ferdinando Casini? Una eventuale coalizione con il suo partito aiuta davvero la politica della sinistra a trovare la propria identità? E sopratutto aiuta la sinistra a trasmettere agli elettori le proprie intenzioni? Va nella direzione dell'assoluta necessità di contribuire a chiarire le idee di un popolo disorientato? Se oggi, come è vero, Berlusconi nella politica italiana rappresenta IL PROBLEMA, il primo dovere di chi crede nella democrazia e nella libertà è coalizzarsi contro questa evidente "anomalia" del sistema senza se e senza ma! Dopodiché ci si potrà confrontare davvero sui problemi reali del paese, sulle politiche più adeguate per far ripartire in tutti i sensi il motore Italia. Questo è il punto! Casini con la sua politica delle alleanze ad hoc, dimostra di non comprendere questa necessità. Dimostra cioè la sua inadeguatezza in generale, ma soprattutto la sua fondamentale inutilità specifica in funzione di quella che dovrebbe essere l'aspirazione di un grande partito di sinistra.
D'Alema fatti da parte. Sei un politico vecchio! Bersani sei sulla stessa strada. Abbiamo bisogno di cambiamento. Abbiamo bisogno di sentire che siete disposti ad occuparvi di ciò che conta, che avete davvero voglia di distinguervi dal popolo di Berlusconi. E che avete intenzione di crederci davvero. Perché crederci è il primo passo per convincere. E per convincere si deve dimostrare onestà, chiarezza e soprattutto trasmettere agli elettori che si agisce unicamente per salvare il Paese, non per un autoreferenziale gioco politico, in cui contano le poltrone, il potere personale e le alleanze interne e le correnti di questo o di quello. E' ora che tutti comincino a fare il mestiere per cui li paghiamo profumatamente. Il che da una parte non implica le leggi ad personam e lo stravolgimento degli equilibri istituzionali professata dai "berluscones" e dall'altra non esime dal rischio di "licenziamento" per manifesta incapacità.
26 gennaio 2010
19 gennaio 2010
Sanremo 2010. Un altro motivo per espatriare...
Un cantante a dir poco reazionario e ottuso, che si rifiuta di aprire la propria mente, che si rifiuta di imparare a scegliere che cosa valga davvero la pena pensare, vittima evidentemente, come tanti ahimè, degli automatismi preconfezionati del pensiero e che tenta, attraverso la musica, di promuovere le proprie tesi da “santa inquisizione”, provando così ad ingabbiare quanti più di voi entro gli schematismi concettuali soffocanti di quelli che pretendono di essere portavoce assoluti di un'unica verità mentre sono solo portatori insani di idee che nella loro tenace dogmaticità sono semplicemente e barbaramente violente e oscene!
Il nome di questo cantante è Povia.
Dopo i bambini che fanno oh, è con l'emblematico desiderio di essere un piccione che Povia aveva trovato un filone senz’altro consono alle sue qualità intellettuali. Avrebbe dovuto continuare con altre aspirazioni zoofile, piuttosto che inoltrarsi in argomenti per i quali l’accensione di un cervello diventa condizione imprescindibile. Certo ad avercene uno!
Dopo aver ascoltato la canzone presentata a Sanremo lo scorso anno, molti tra noi l’hanno pensato: “Non sforzarti Povia, non tentare più di ampliare il tuo repertorio, non inoltrarti in ambiti delicati, che riguardino anche solo questioni un po' più importanti della cacca di quei tuoi benedetti piccioni. E invece ci è stata propinata la presunta storia di un amico gay che, guarito dalla “malattia dell’omosessualità”, incontra una ragazza e vive con lei felice e contento! Il tutto con un testo banale e banalizzante, che infila un allucinante stereotipo dopo l’altro, ripercorrendo la storia clinico-psichiatrica di Luca, che autonomamente – novello Jung o Freud di se stesso - rintraccia le cause della sua temporanea omosessualità nella propria vita familiare, fino all’accecante illuminazione sulla via dell’eterosessualità, quando finalmente Luca ritrova nella figa e solo nella figa il senso della propria vita.
E bravo Povia.
Pochi hanno saputo dimostrare più chiaramente quale sia il reale contenuto della propria scatola cranica più di quanto ci sia riuscito tu.
Appurato ciò, resta da capire quanto gel e shampo tu sia costretto ad usare per coprire il puzzo che emana da quel contenuto. Che non può essere altro che letame!
Pensavate fosse finita là? Che si trattasse di un’ingenuità involontaria? Uno strafalcione del pensiero? Un’intollerabile idiozia dovuta all’ignoranza imperante di questa nostra epoca dolorosa? E invece no! Povia alza la posta, proponendo per il Sanremo 2010 un testo, che se fosse confermato, per quel che mi riguarda, meriterebbe l’invasione dell’Ariston, senza se e senza ma!
Quest’anno la sua retorica priva di dubbi e di sfumature, scomoda, con ancora maggiore superficialità e pervicace ottusità, nientemeno che il caso Eluana Englaro. Ovviamente questo irritante e barbaro ignorante, non ha voluto lasciare adito a dubbi di sorta, chiamando la sua canzone “LA VERITA’ (Eluana)”. Proprio così: LA VERITA’ e poi tra parentesi il nome della sfortunata ragazza. Nessun rispetto per l’immenso dolore di quella vicenda. Nessuna preoccupazione per il dolore di chi c’è ancora e tutti i giorni, indipendentemente da Povia, deve convivere con il ricordo di una persona cara che non c’è più. Ma cosa importa a Povia? Sicuramente il pezzo farà discutere, sicuramente questo gli consentirà di vendere qualche copia in più. Soldi soldi soldi. Alla faccia di qualsiasi pudore o rispetto. E cosa importa al discografico ottuso più di Povia, che suo complice, probabilmente subodorando l’affare, decide di non sconsigliarlo e di presentare uno scempio di questo genere sul palco dell’Ariston? E cosa importa ai resposanbili artistici di Sanremo che decidono che sì, che dopotutto questa canzone ha proprio un testo degno di essere ascoltato e soprattutto in grado di promettere audience? Che mondo può essere quello in cui cose del genere possono davvero accadere nell’anno Dieci del Duemila?
E se invece per una volta gli esseri pensanti del nostro paese boicottassero questa idiozia? Un segnale forte, l’unico che questa gente sia in gredo di capire: non spendete neppure un centesimo per il disco che ne verrà!
Ora per quel che mi riguarda, voglio dirlo chiaramente! Voglio dire la mia verità, la voglio dire a te Povia: se mi succederà qualcosa, qualcosa come alla sfortunata Eluana, io PRETENDO che mi si stacchi la spina! Ed è questo che lascio detto a mio padre, a mia moglie, a coloro che leggono questo post e a tutti quelli che mi conoscono. Pretendo che chi mi sopravvive possa godere dei momenti felici e intimi che i ricordi più belli della nostra VITA insieme possono offrirgli. Senza che questi ricordi siano soffocati per sempre dal dolore e dalla sofferenza di assistere quotidianamente una scatola organica vuota, priva di qualsiasi barlume di reale umanità. Pretendo di continuare a essere responsabile e padrone del mio corpo, così come lo sono in vita, anche in quella non-vita che è un coma irreversibile. E non può certo farsi Povia interprete e portavoce delle mie convinzioni, né tantomeno di quelle di Eluana. Si tratta di una pretesa tanto puerile, quanto inaccettabile!
Pubblico qui un link dove potrete leggere quello che potrebbe essere il testo della canzone. Io mi auguro si tratti di un falso, spero che, nonostante tutto, il testo possa essere diverso. Si sa, internet in questo senso è inaffidabile, la bufala è sempre in agguato, le burle sono all’ordine del giorno. Eppure questo testo sembra paurosamente, tremendamente, plausibile.
La verità (Eluana)
Il nome di questo cantante è Povia.
Dopo i bambini che fanno oh, è con l'emblematico desiderio di essere un piccione che Povia aveva trovato un filone senz’altro consono alle sue qualità intellettuali. Avrebbe dovuto continuare con altre aspirazioni zoofile, piuttosto che inoltrarsi in argomenti per i quali l’accensione di un cervello diventa condizione imprescindibile. Certo ad avercene uno!
Dopo aver ascoltato la canzone presentata a Sanremo lo scorso anno, molti tra noi l’hanno pensato: “Non sforzarti Povia, non tentare più di ampliare il tuo repertorio, non inoltrarti in ambiti delicati, che riguardino anche solo questioni un po' più importanti della cacca di quei tuoi benedetti piccioni. E invece ci è stata propinata la presunta storia di un amico gay che, guarito dalla “malattia dell’omosessualità”, incontra una ragazza e vive con lei felice e contento! Il tutto con un testo banale e banalizzante, che infila un allucinante stereotipo dopo l’altro, ripercorrendo la storia clinico-psichiatrica di Luca, che autonomamente – novello Jung o Freud di se stesso - rintraccia le cause della sua temporanea omosessualità nella propria vita familiare, fino all’accecante illuminazione sulla via dell’eterosessualità, quando finalmente Luca ritrova nella figa e solo nella figa il senso della propria vita.
E bravo Povia.
Pochi hanno saputo dimostrare più chiaramente quale sia il reale contenuto della propria scatola cranica più di quanto ci sia riuscito tu.
Appurato ciò, resta da capire quanto gel e shampo tu sia costretto ad usare per coprire il puzzo che emana da quel contenuto. Che non può essere altro che letame!
Pensavate fosse finita là? Che si trattasse di un’ingenuità involontaria? Uno strafalcione del pensiero? Un’intollerabile idiozia dovuta all’ignoranza imperante di questa nostra epoca dolorosa? E invece no! Povia alza la posta, proponendo per il Sanremo 2010 un testo, che se fosse confermato, per quel che mi riguarda, meriterebbe l’invasione dell’Ariston, senza se e senza ma!
Quest’anno la sua retorica priva di dubbi e di sfumature, scomoda, con ancora maggiore superficialità e pervicace ottusità, nientemeno che il caso Eluana Englaro. Ovviamente questo irritante e barbaro ignorante, non ha voluto lasciare adito a dubbi di sorta, chiamando la sua canzone “LA VERITA’ (Eluana)”. Proprio così: LA VERITA’ e poi tra parentesi il nome della sfortunata ragazza. Nessun rispetto per l’immenso dolore di quella vicenda. Nessuna preoccupazione per il dolore di chi c’è ancora e tutti i giorni, indipendentemente da Povia, deve convivere con il ricordo di una persona cara che non c’è più. Ma cosa importa a Povia? Sicuramente il pezzo farà discutere, sicuramente questo gli consentirà di vendere qualche copia in più. Soldi soldi soldi. Alla faccia di qualsiasi pudore o rispetto. E cosa importa al discografico ottuso più di Povia, che suo complice, probabilmente subodorando l’affare, decide di non sconsigliarlo e di presentare uno scempio di questo genere sul palco dell’Ariston? E cosa importa ai resposanbili artistici di Sanremo che decidono che sì, che dopotutto questa canzone ha proprio un testo degno di essere ascoltato e soprattutto in grado di promettere audience? Che mondo può essere quello in cui cose del genere possono davvero accadere nell’anno Dieci del Duemila?
E se invece per una volta gli esseri pensanti del nostro paese boicottassero questa idiozia? Un segnale forte, l’unico che questa gente sia in gredo di capire: non spendete neppure un centesimo per il disco che ne verrà!
Ora per quel che mi riguarda, voglio dirlo chiaramente! Voglio dire la mia verità, la voglio dire a te Povia: se mi succederà qualcosa, qualcosa come alla sfortunata Eluana, io PRETENDO che mi si stacchi la spina! Ed è questo che lascio detto a mio padre, a mia moglie, a coloro che leggono questo post e a tutti quelli che mi conoscono. Pretendo che chi mi sopravvive possa godere dei momenti felici e intimi che i ricordi più belli della nostra VITA insieme possono offrirgli. Senza che questi ricordi siano soffocati per sempre dal dolore e dalla sofferenza di assistere quotidianamente una scatola organica vuota, priva di qualsiasi barlume di reale umanità. Pretendo di continuare a essere responsabile e padrone del mio corpo, così come lo sono in vita, anche in quella non-vita che è un coma irreversibile. E non può certo farsi Povia interprete e portavoce delle mie convinzioni, né tantomeno di quelle di Eluana. Si tratta di una pretesa tanto puerile, quanto inaccettabile!
Pubblico qui un link dove potrete leggere quello che potrebbe essere il testo della canzone. Io mi auguro si tratti di un falso, spero che, nonostante tutto, il testo possa essere diverso. Si sa, internet in questo senso è inaffidabile, la bufala è sempre in agguato, le burle sono all’ordine del giorno. Eppure questo testo sembra paurosamente, tremendamente, plausibile.
La verità (Eluana)
14 gennaio 2010
L'anno nuovo comincia davvero male...
Ormai i nemici della democrazia che governano l'Italia, guidati dal miracolato della "madunina", escono spudoratamente allo scoperto come mai prima. Il principale e unico interesse dell'anno Dieci del Duemila è fermare i processi del Presidente del Consiglio. Subito! Magari un decreto, oppure no c'è sempre un'altra via d'uscita, comunque subito la legge, la riforma utile a tutti gli italiani, nel frattempo c'è pur sempre il legittimo impedimento, impegni impegni impegni, via giudici cattivi, statemi lontano, comunisti di merda! L'importante è far presto. Nel frattempo qualche uscita di Bossi e qualche titolo di Feltri ci tengono caldi. E non si fa mancare nemmeno il telegiornale pubblico (pagato dal canone degli Italiani) di Rai Uno. Un direttore come Minzolini sarebbe stato ridicolo e imbarazzante anche nella Russia Stalinista, a Cuba, durante il fascismo italiano, tanto i suoi editoriali sono stonati e totalmente scollati dalla realtà dei fatti. Ma che importa la realtà dei fatti? Si tratta di un telegiornale, uno di quelli a cui si affida la stragrande maggioranza degli Italiani. Per molti dei quali è anche l'unica fonte di INFORMAZIONE (passatemi la battuta!)... o meglio si dovrebbe dire di disinformazione! Attraverso gli sproloqui editoriali del già da altri definito MENZOGNINI, costui, che ha nella testa tanti neuroni quanti sono i capelli sopra la sua testa, aiuta, con una retorica semplice e limpida, molti dei nostri compatrioti elettori a farsi un'idea precisa dell'Italia in cui vivono. Anche dell'Italia del recente passato. Quando per esempio assolve senza se e senza ma l'eroe Bettino Craxi da qualsiasi colpa. Lo fa all'ora di cena, accompagnando la pasta al sugo di milioni di noi, rischiando di ammazzarne qualcuno un po' più sensibile degli altri nel caso il boccone amaro fosse andato di traverso. Craxi andrebbe santificato, questo è il punto! E' stato il capro espiatorio di un sistema che era un residuo della guerra fredda. Ecco! E' ora spiegato l'arcano... i nostri politici si sono sempre riempiti le tasche per combattere i comunisti. Rubavano e intascavano mazzette per contrastare il KGB. Il fatto che oggi, a guerre fredda piuttosto esaurita, molti dei nostri rappresentanti continuino a "rubare", a intascare mazzette, a favorire appalti, a favorire le mafie, dipenderà da qualche altro pericolo sconosciuto, che Minzolini saprà spiegarci tra una decina d'anni, probabilmente! Sempre che qualcuno non si accorga prima che un uomo con un tale quoziente intellettivo dovrebbe ricoprire ben altro incarico. O forse a certi livelli resta proprio solo il ricovero forzato! Ma ad ogni modo potevate dircele prima tutte queste sacrosante verità. Molti "sempliciotti" come me non avrebbero perso tanto tempo a pensare che Craxi non fosse altro che uno spregevole malfattore, che anteponeva gli interessi personali a quelli del Paese.
Minzolini è chiaro nella sua tesi. Craxi, proprio lui, insieme a Reagan e a, udite udite, Papa Giovanni Paolo II, ha contribuito, con la sua limpida politica delle tangenti e dei favori, a mettere in crisi l'URSS. Ragionamento che non fa una piega. Ovviamente il solito, bistrattato, Antonio Di Pietro, unico ormai in Italia a rifiutarsi di accettare queste lampanti verità, annuncia querela contro l'illuminato editoriale del primo canale pubblico italiano.
Minzolini è chiaro nella sua tesi. Craxi, proprio lui, insieme a Reagan e a, udite udite, Papa Giovanni Paolo II, ha contribuito, con la sua limpida politica delle tangenti e dei favori, a mettere in crisi l'URSS. Ragionamento che non fa una piega. Ovviamente il solito, bistrattato, Antonio Di Pietro, unico ormai in Italia a rifiutarsi di accettare queste lampanti verità, annuncia querela contro l'illuminato editoriale del primo canale pubblico italiano.
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