Notizie, apparentemente distanti, apparse su alcuni quotidiani certamente distanti come La Repubblica, Il Giornale e il Foglio di Giuliano Ferrara fanno davvero pensare.
La notizia, che risale al lontano 2003, era in realtà una dichiarazione di Silvio Berlusconi contenuta anche in un libro di Bruno Vespa. Il Presidente del Consiglio aveva intenzione di eliminare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa (oltre, già allora, di ripristinare l’immunità parlamentare ovviamente). Eccolo là pensarono in molti. Bersluconi non si preoccupa solo per sé, per i suoi processi, cerca anche di soccorrere l’amico di sempre Marcellino Dell’Utri! Giuseppe Lumia, allora capogruppo DS in commissione Antimafia, infatti, commentò così la notizia: “A parte l' ovvia considerazione che un' altra volta Berlusconi medita di fare una legge per modificare l' iter di un processo in corso come quello a carico di Dell' Utri, dopo averci provato in tutti i modi con quello a carico di Previti, deve essere chiaro che eliminando il reato di concorso esterno si finirebbe per fare un grande favore alle organizzazioni mafiose.” Mentre Nando Dalla Chiesa, senatore allora per la Margherita, diceva: “Abolire il reato di concorso esterno significa impoverire le capacità di risposta delle istituzioni e della giustizia di fronte all' aggressione mafiosa... siamo al cospetto di un nuovo caso clamoroso di conflitto di interessi visto che un amico strettissimo del presidente Berlusconi, il senatore Marcello Dell' Ultri, è imputato di concorso esterno in associazione mafiosa".
E’ bene sottolineare che, giusto per ricordarsene, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, credevano fermamente nell’utilità “strategica” della normativa per la lotta alla mafia, soprattutto in relazione, ovviamente, all’infiltrazione sempre più massicia della stessa all’interno delle istituzioni, oppure, appunto, in relazione ai favori o favoreggiamenti, che da persone ben inserite, essa poteva – può - ricevere.
Ora la questione torna alla ribalta. Prima il Giornale fa preparazione per una “notizia bomba” che vedremo. Poi Giuliano Ferrara sul Foglio rilancia la vecchia idea: “aboliamo il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.” E Perché? Per tutti gli Italiani, ovviamente, che altrimenti sarebbero in balia dei pentiti. Chiunque potrebbe essere accusato ecc. ecc. La tesi di Ferrara sarebbe innanzitutto che i pentiti “non sono attendibili”. Mai? Su quali basi possa sostenerlo, ovviamente non lo spiega. Allora questa volta, in un primo momento viene da pensare all’onorevole Cosentino (accusato recentemente proprio di questo reato). Questa volta stanno facendo quadrato (o ciambella salvagente, come preferite) intorno a lui? Perché ormai alla barzelletta che in ballo ci siano i diritti e gli interessi di “tutti” gli italiani proprio non si capisce chi possa essere così sprovveduto, per non dire idiota, da crederci. Prima era la legge sulle intercettazioni, che intende solo salvaguardare la privacy di tutti noi, e poi il processo breve, che è chiaramente utile a tutti, e adesso l’eliminazione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, per salvare gli italiani tutti dal finire nelle mire degli inattendibili pentiti. A parte il fatto che ad alcuni di questi pentiti di mafia, questi tizi che secondo Ferrara fanno i burloni, hanno ammazzato parenti ed amici per ritorsione, verrebbe da chiedersi ritorsione rispetto a cosa, perché questa questione torna alla ribalta proprio adesso? Perché questo fuoco di fila, di norme da abolire, leggi da attuare in brevissimo tempo, tutte ruotanti intorno alla questione giustizia? Proprio adesso che Ciancimino Junior ha sollevato un polverone riguardo l’eventuale patto Mafia-Stato, e non solo? E’ davvero solo per Cosentino? La risposta arriva come un macigno proprio dalle pagine del Giornale. Ancora una volta il premier, dal 2003, ma in realtà dal 1994, quando si impegnò personalmente in politica nel tentativo di salvare il salvabile dopo le inchieste di tangentopoli, pensa solo ed esclusivamente ai cazzi propri!
Oggi infatti il Giornale titola: “Ecco l’ultima trovata dei PM Antimafia: sequestrare il patrimonio di Berlusconi!” I magistrati di Palermo pronti ad indagare il premier per (guarda un po’) concorso esterno in associazione mafiosa” – reato del quale, sempre guarda un po’ Berlusconi si preoccupava già nel 2003. Il Giornale prosegue: “L’obiettivo è l’immediato esproprio dei suoi beni grazie all’art. 416bis. E a quel punto toccherebbe a lui dimostrare la provenienza delle sue ricchezze.” Ora, perché per una società limpida e trasparente, di un uomo che si è fatto da solo, dovrebbe essere così difficile dimostrare la provenienza delle proprie ricchezze, questo il Giornale non lo spiega.
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