Ed ecco che arriva a tradimento la pietruzza gettata nello stagno dell’ennesima volgarità etica e storica. La lancia Letizia Moratti, sindaco di Milano, probabilmente opportunamente imbeccata dal popolo-della-libertà-di-fare-quel-che-cazzo-gli-pare, che prova ad approfittare del rumore di fondo delle feste natalizie: un petardo in più non dovrebbe fare differenza, pensano evidentemente. E invece la fa! Perché il petardo di intitolare una via, una piazza o un giardino al fu Bettino Craxi è piuttosto un candelotto di dinamite dirompente, una provocazione intollerabile per tutti gli italiani onesti, che quotidianamente rispettano i propri doveri e si assumono le proprie responsabilità.
Bettino Craxi è stato probabilmente un politico migliore di tanti che scaldano oggi le sedie del Senato o della Camera dei Deputati. Se non altro aveva un certo “spessore” politico che oggi “latita” (l’allusione in questo caso è involontaria) in modo piuttosto diffuso e trasversale. Ma era un politico corrotto, che usava il potere per fini personali (economici o affettivi, quando per esempio emanava decreti ad berlusconem) e che soprattutto non ha saputo affrontare “dignitosamente” le proprie responsabilità, espatriando e vivendo il resto della sua vita post tangentopoli – seppur vittima della malattia - di fatto “libero” e “latitante”. Le persone che ricordiamo, alle quali sentiamo di dover intitolare una targa alla memoria, dovrebbero essersi distinte in qualche campo del sapere o del saper vivere, o quanto meno nella propria vita dovrebbero aver compiuto un’azione che sia d’esempio. Qualcosa che sia di insegnamento per tutti gli altri. Che insegnamento dovremmo trarre dalla vita di Bettino Craxi? E soprattutto che insegnamento dovremmo trarre dai quei politici che oggi propongono di intitolargli un pezzo di una delle nostre città? Che la vita di un corrotto, di un uomo incapace di affrontare le conseguenze dei propri errori sia una vita degna di essere vissuta? E’ questo che Letizia Moratti vuole insegnare ai giovani oggi? Che la politica degna di tale nome era quella cosa lì che faceva Bettino Craxi? D’altra parte la moralità dell’attuale premier Silvio Berlusconi è assolutamente in linea con quella dell’amico. Caparbiamente intollerante nei confronti di chi si oppone alla sua anticultura democratica, alla sua dittatura populista che ha l’ardire di definire “riforme”. Evidente è il suo atteggiamento nei confronti della magistratura, dei processi, dell’assunzione di responsabilità. Un uomo e un politico che rifiuta con ostinazione di confrontarsi con la verità e soprattutto con le proprie colpe. Un politico che ha già più o meno esplicitamente dichiarato che farebbe esattamente la stessa cosa di Craxi se le cose si mettessero male: espatrierebbe! Si godrebbe il resto della vita nel paradiso caraibico di Antigua (dove ha acquistato alcune ville faraoniche anche per parenti e amici), libero di spendere il denaro accumulato e sbavazzare (vista l’età questo potrà fare o poco più) dietro baldanzose giovinette compiacenti.
Questi sono gli insegnamenti che la classe politica dirigente contemporanea intende propinarci. La volgarità, la corruzione, la viltà sono un valore e meritano targhe e vie e piazze. I cattivi maestri predicano i loro “osceni valori” con orgoglio e faccia tosta inaudita. L’eco della “cazzata” morattiana, rimbalza tra lo sgomento di chi ancora crede nella giustizia e nell’onore e chi invece si dimostra compiacente. Berlusconi (come sempre il vero mandante di cose di questo tipo se ne sta nell’ombra), ma ci pensa il suo portavoce a dichiarare entusiasticamente che si tratterebbe di un atto “addirittura” dovuto!
Altri invece si nascondono dietro il solito discorso, lo stesso che ho spesso sentito fare a proposito di Benito Mussolini, ovvero “ha fatto anche delle cose giuste… ha fatto anche delle cose utili.” Ma col cazzo! Ignobili mistificatori che non siete altro.
Ci sono azioni e azioni e alcune caratterizzano la propria vita molto più di altre, perdio! E’ un fatto.
Se uccido una persona, sono un assassino, punto! Non sono ad esempio anche uno che svolgeva con coscienza e capacità il proprio lavoro, che amava sua moglie e che diceva sempre la verità. E infatti dovrei passare, a seconda delle circostanze, buona parte della mia vita, se non tutta, in carcere. Ma nel caso di Bettino Craxi, egli si è macchiato di colpe legate proprio alla sua funzione di politico e di Capo del Governo. Egli ha ricambiato così la fiducia concessagli dagli elettori, è in questo modo ignobile che egli interpretava i suoi diritti e i suoi doveri, era questo il “suo modo” di fare politica. Come si possono disgiungere alcune azioni, seppure ci siano state, da questa verità di fondo, come fa ad esempio Pier Ferdinando Casini, la cui politica della connivenza interessata, appare sempre più in balia dei venti dell’opportunismo?
Io non ci sto. E ancora una volta solo la voce di Antonio Di Pietro si leva forte e chiara. Meditate dunque.
DRIN DRIN DRIN DRIN, sveglia! Sveglia Italiani! Dove siete voi che avete vissuto l’epoca di “Tangentopoli” che assistevate in TV ai processi, indignandovi, accalorandovi nei bar, vergognandovi per quella classe politica infame, incapaci di provare pietà per la labbra schiumose e contorte dalla colpa dell’Onorevole Forlani? Già’, è questo l’appellativo che pretendono coloro che hanno l’onore di rappresentarci: “onorevole!” Non occorrono altre parole, credo!
Solo un appello: ma cosa vi ci vuole perché capiate? Quando comincerete a dire basta?
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