Il ragionamento concettuale alla base dei vari lodi è davvero sconcertante. Un’inversione logica propinata senza vergogna che evidentemente fa leva sulla generale incapacità di ragionamento della maggioranza degli Italiani, oppure sulla scarsa intelligenza di questa maggioranza con diritto di voto. Infatti o si ammette che la necessità di una legge di questo tipo nasce in quanto l’uomo Berlusconi (e lui soltanto) ne ha un estremo bisogno (e con essa della legge sulle “intercettazioni”), per la sua storia personale, per le modalità, alquanto ambigue, a dir poco, attraverso le quali è “asceso” al successo, oppure si inverte logicamente quella che dovrebbe risultare una semplice quanto lampante necessità in un sistema democraticamente etico. Ovvero che siano i migliori a guidarci; che chi arriva ai vertici di una Nazione e si assume la responsabilità di governarla sia, al di là delle idee e degli schieramenti, eticamente irreprensibile e magari sufficientemente (o sarebbe meglio dire indubitabilmente) onesto. Secondo il PDL di una legge come il Lodo Alfano c’è bisogno per il buon funzionamento delle Istituzioni. Ci dicono che in questo Paese occorre garantire ai vertici dello Stato il “sereno svolgimento” delle proprie funzioni. E se si finisce sotto processo tale serenità ovviamente viene meno. Il malcapitato quindi non può più dedicarsi con piena e totale abnegazione agli affari pubblici, dovendosi dedicare ai processi. Ma se questo concetto non è pensato “esclusivamente” per la personale e particolare situazione del Signor Berlusconi, tanto da doverne fare una legge, che gli sopravviverà, significa che in Italia ci si aspetta più o meno con una certa continuità e regolarità di essere governati sempre, oggi come in futuro, da persone che potrebbero avere guai con la giustizia. Ci si aspetta cioè che essere guidati da gaglioffi, furbi, affaristi disonesti, evasori, corrotti, concusi, possa essere, anche in futuro, una regola italiana! Una cosa è certa. Molte persone poco raccomandabili, con questa legge, quando si sentiranno in odore di guai, quando sentiranno il fiato dei magistrati sul collo, non dovranno fare altro che scendere in campo per salvarsi la pelle. Ed ecco che la questione può essere facilmente ribaltata. Quanto sarà facile, con questa legge, attirare la malavita più o meno organizzata? Quando diventerà attraente per la mafia - con queste premesse - impegnarsi in prima persona - già lo fanno, è proprio questo il punto - nella nostra politica "colabrodo" - che per ora per lo più collabora esternamente - e guadagnarsi quindi una bella impunità? Berlusconi garantisce per sé, lo sappiamo, (la cosa mi fa ridere, ma ammettiamola per un secondo). Lui dice che nel suo personalissimo caso il “conflitto di interessi” non inficia il suo “buon giudizio” e che lui non ne ha mai approfittato (e quindi su questo non c’era alcun bisogno di legiferare! ahahahah!). Nel caso di Berlusconi non c’è alcun problema per il fatto che lui sia oltre che Capo del Governo, anche Ministro delle Telecomunicazioni e contemporaneamente proprietario, insieme alla propria famiglia, di buona parte dei mezzi di comunicazione italiani (tv, quotidiani, settimanali, case editrici, ahahahah!). Perché lui è buono e onesto, al di là di qualsiasi legge, ci possiamo senz'altro fidare (ahahahah!). Il suo è un impegno disinteressato per il bene della Nazione, va bene, ma chi garantirà per il futuro? Chi garantirà per quelli che verranno? Le leggi, una volta scritte, valgono! Se con l’onestissimo e disinteressato Berlusconi le cose funzionano (almeno secondo tutto il PDL, che evidentemente non vede, insieme a buona parte degli Italiani, la totale idiozia insita in tutto questo - o magari la vede benissimo - ben oltre il limite di una totale ed evidente stupidità), chi garantirà per il futuro? Ma in fin dei conti, poi, non dovrebbe funzionare tutto al contrario? Non dovrebbe chi si propone di guidare una Nazione prima di tutto dimostrare con le proprie azioni, con la limpidezza della propria vita, un certo grado di irreprensibilità? Non dovrebbero solo le persone di assoluta e comprovata fiducia poter proporre la propria candidatura? Niente ombre, niente scheletri! In un paese normale non si dovrebbe neppure pensare, in nessun caso, di poter agire come nel caso Brancher, che anzi dimostra con estrema evidenza quello che intendo dire. Insomma si rischia di offrire la possibilità ai delinquenti di usare la politica per evitare i processi. Pensiamoci!
Inoltre, mi preme sottolineare che nel caso di Berlusconi i suoi problemi giudiziari sono già stati un ostacolo al buon governo. Perché se è vero che grazie alle varie leggi, lodi, impedimenti, prescrizioni è riuscito in più di 15 anni di presenza politica a evitare i processi, è anche vero che in questi anni Lui è i suoi più stretti collaboratori hanno dedicato la maggior parte delle proprie energie proprio a questo: “evitare i processi”. Quindi non alla cosa pubblica, ma alla cosa privata, anzi privatissima. E quindi anche qui la logica del “lasciamolo lavorare”, dimostra tutta la sua inappropriatezza e la stupidità di chi si ostina a crederci.
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