La città era avvolta in un velo liquido. I colori sfumavano nel biancoenero grigio delle foto d’epoca e a me sembrava quasi di soffocare. Pioveva.
Tic tic tic tic sul vetro della finestra. È strano: alcune gocce scivolano mute, a picco, sterzano, rallentano, quasi si fermano, proseguono, accelerano, spariscono. Rigano la superficie liscia, capillari esangui, fantasmi di rami senza foglie. Altre invece se ne stanno là, prodezza verticale, e si fanno scherno della gravità, divorano il tempo immobili.
Era quasi sera. Me ne stavo sdraiato sul letto disfatto, vestito e con le scarpe ai piedi. Fumavo, o forse tenevo semplicemente la sigaretta tra le dita in attesa che si consumasse. Per un po’ fissai il soffitto sopra la coltre di nebbia che saturava la stanza. Un braccio ripiegato sotto la nuca e l’altro, con in mano la cicca, teso sul comodino di fianco al letto. Quando l’unghia dell’indice cominciò a bruciarmi, mi voltai lentamente su un fianco.
Sul comodino un posacenere, un libro aperto a metà col dorso rivolto in su, uno zippo e una bustina di nailon. E dentro la bustina un francobollo.
Il filtro tra le dita, bordato di una suggestiva striscia arancio al neon stava per mandarmi a fuoco due falangi. Lo lasciai cadere nel posacenere, senza prendermi la briga di soffocare la combustione. Un po’ per indolenza, un po’ perché la mia attenzione era ormai tutta presa dalla bustina. Con dentro il francobollo. La presi, tenendola delicatamente tra il pollice e l’indice e la scrutai a lungo. Guardai la colla gialla, il disegno commemorativo, i dentini lungo i bordi. Un paio erano spariti, accidenti!
Con la mano libera presi lo zippo e senza pensarci szic, feci ruotare la rotella zigrinata sulla pietrina. Solo scintille e un penetrante odore di benzina. Szic szic, ancora niente. Szic Szic Szic, finalmente un esile lama gialla e blu prese corpo ondeggiando sinuosamente, come una danzatrice del ventre con le mani giunte sopra la testa.
Senza ulteriori esitazioni avvicinai la fiamma alla bustina. Un angolo sfrigolò e sparì come disintegrato, accartocciandosi su se stesso e fagocitando metà francobollo, che prese fuoco. Abbandonai il piccolo rogo a friggere nel posacenere e mi godetti lo spettacolo del serpente di fumo nero che saliva verso il soffitto diffondendo un odore acre, mentre coriandoli di fuliggine svolazzavano dappertutto.
Hmmm, ma io conosco questo testo :-) Cos'è una specie di trailer del tuo libro? Devo dire che il titolo mi piace tantissimo!!!
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