IMMAGINI, ISTANTI, SOSPIRI, FUGGENTI E SFUGGENTI, SFUMATURE INFINITE DI COLORI TRA IL BIANCO E IL NERO, GIOCHI DI LUCI E DI SUONI, STORIE DI IDEE E IDEE DI STORIE, TENTATIVI O FORSE TENTAZIONI, ACCENNI DI ME, DI NOI, DEL MONDO, TRA PASSATO E FUTURO, ALLUSIONI ALLA VITA OPPURE, FORSE, SEMPLICEMENTE ILLUSIONI!

Non fatevi fregare!

14 dicembre 2009

Aggressione al premier.

Ho pensato a lungo se tacere sul fatto del giorno oppure no. Poi, sentendo i commenti, che fioccavano a caldo e meno a caldo da ogni dove, si è fatta strada in me l’urgenza di proporre qualche riflessione.
Innanzitutto l’atto è assolutamente deprecabile e io, come d’altra parte qualsiasi persona moralmente equilibrata e sinceramente democratica dovrebbe fare, lo condanno con forza. Penso che la violenza non possa e non debba mai essere una soluzione dei problemi, nel modo più assoluto. Sembrerà scontato, ma è bene ribadirlo sempre e comunque.
Ora, in un paese normale, uno come me, si sarebbe aspettato che tutte le parti in causa, politiche e istituzionali, approfittassero di questa triste aggressione (figlia comunque di una mente disturbata), come punto di ri-partenza, per provare ad abbassare i toni del confronto/scontro politico. Ma non sta andando proprio così. La doverosa solidarietà delle istituzioni tutte e del centrosinistra non si è fatta ovviamente attendere. La condanna al gesto sconsiderato da parte di Casini e di Bersani è stata ferma e giustamente senza sconti. Ma anche Di Pietro, in queste ore oggetto di critiche unanimi (d’altra parte si sa che contro Di Pietro è in opera una compagna delegittimante da sempre) per le sue dichiarazioni un po’ meno edulcorate, avrebbe in realtà condannato anche lui (e ci mancherebbe) il gesto, salvo poi ribadire la sua posizione di assoluta critica nei confronti del premier, sottolineando la questione – condivisibile seppur in quel momento fuori luogo - che proprio la politica del centrodestra e l’atteggiamento “contro tutto e tutti” del premier, i continui attacchi nei confronti della Costituzione, degli Organi di Garanzia, delle Istituzioni, degli altri poteri dello Stato è e resta esasperante. Apriti cielo, ovviamente! Il fatto è che Di Pietro non è proprio – politicamente – capace di esprimere la propria posizione. E’ il politico italiano più lontano dalle capacità minime dialettiche (e retoriche) delle quali un uomo politico dovrebbe essere in possesso. E ne paga le conseguenze. E non importa neppure ai giornalisti interpretare, tra i suoi congiuntivi improbabili, tra le frasi tronche, quale sia per lui il “sincero” succo della questione. Nient’affatto. Importa solo registrare le reazioni alle sue dichiarazioni (di fatto stravolte nel senso) e farlo passare come insensibile “uomo nero”, istigatore, dietro le quinte, di poveri malati di mente.

Il fatto è però che il centrodestra tutto, coeso come sempre – solo le religioni si dimostrano altrettanto prive di dubbi e vivono di dogmi come il centrodestra italiano – le colpe che stanno dietro al gesto sono evidenti: Napolitano, il PD, il quotidiano La Repubblica, la campagna di odio e l’antiberlusconismo disseminato ad arte dagli innumerevoli nemici del povero premier legittimamente eletto dagli “Italiani veri”. Noialtri che insistiamo in modo non violento a non allinearci, siamo ora anche degli apolidi. La colpa, neanche a dirlo, è solo e sempre degli altri.

Per rendersi conto del reale atteggiamento delle parti in causa nei confronti della vicenda basta infatti prendere questa mattina due quotidiani chiaramente “schierati.” Da una parte La Repubblica di Ezio Mauro. Dall’altra Il Giornale di Vittorio Feltri. Da una parte, la solidarietà e l’ovvia condanna del “folle” gesto e comunque un tono pacato e riflessivo nell’affrontare la notizia. Dall’altra i soliti titoli gridati e ottusi tipo, “Violenza Costituzionale”.

Ma facciamo un passo indietro. Pochi minuti prima dell’aggressione il premier era stato contestato da parte del pubblico presente e aveva reagito – come sempre – in modo scomposto e verbalmente violento. Ma quello dei contestatori, in una pubblica piazza, è un modo legittimo e democratico di opporsi. Le parole di Berlusconi, che dovrebbe essere garante della democrazia, erano ancora una volta fuori luogo. Qualcuno tra i suoi fedelissimi avrebbe detto che le contestazioni durante il discorso di un Premier sono assolutamente inammissibili. E perché? Si chiama democrazia diosanto! D’altra parte per tutto il suo discorso Berlusconi non aveva fatto altro che ripetere la solita litania contro la magistratura, la costituzione, i soliti comunisti.

Dunque cosa penso di questa aggressione? Mi dispiace sinceramente. Vedere un uomo anziano, nei primi istanti dopo essere stato colpito, spaventato e sofferente, una maschera di sangue, mi ha sconvolto. Il tempo sufficiente a vedere però che l’auto di Berlusconi – contrariamente a qualunque criterio di sicurezza - non ripartiva immediatamente ma si soffermava giusto il tempo necessario a Berlusconi medesimo - tornato a ragionare con il senso di opportunità che lo contraddistingue – superata ormai la paura – di mostrare alle telecamere in mondovisione il proprio volto tumefatto.

Tartaglia (l’aggressore) è uno sconsiderato. Ed è un malato di mente, in cura da una decina di anni per i suoi problemi. E’ incensurato, non è un attivista, insomma lui è proprio - come ha detto egli stesso, disorientato e in preda a una specie di delirio – lui è proprio “nessuno”. Il suo non sembra qualcosa che somiglia al gesto consapevole e simbolico del giornalista che tira le scarpe al presidente Bush (solo più fortunato di Berlusconi). No, sembra piuttosto un estemporaneo lampo di follia. Il cordone di sicurezza poi ha le proprie responsabilità. A un premier contestato non può essere permesso il consueto bagno di folla che tanto gli piace. Proprio perché appunto il gesto inconsulto di un singolo è difficilmente prevedibile. Non gli si può permettere di avvicinarsi tanto alla gente, perché non si sa mai, quale folle possa nascondersi tra la gente. Le immagini però dimostrano anche che questa violenza in particolare, con una maggiore attenzione e con il dovuto scrupolo, si sarebbe potuta evitare.

Ovvio che, dal punto di vista politico, questa aggressione è controproducente e inopportuna. Ovvio che tutti gli idioti, sedicenti di sinistra, ma invece semplicemente idioti, che postano frasi inaccettabili su Facebook o creano sul social network gruppi favorevoli al gesto di Tartaglia sono dei “poveretti” che il buon dio non ha dotato dei sufficienti mezzi o al limite “malati di mente” come Tartaglia stessoi. Fatevi furbi! L’opposizione a Berlusconi non ha proprio bisogno di Voi. Queste cose sono talmente stupide e illogiche, fanno così evidentemente il gioco della destra berlusconiana, che sorgerebbe il dubbio che siano pilotate, che si tratti di uno sporco gioco “politico”. Ma la realtà, si deve ammetterlo con onestà, è che l’idiozia è quanto mai trasversale. La capacità di “pensare” e la moralità latitano sempre più e la supidità corre come un fiume in piena – pronto ad esondare – dall’estrema destra all’estrema sinistra!

Ma ad ogni modo sia chiaro! Quel che è successo non deve e non può rappresentare un “bonus” per il Presidente del Consiglio. Tragicamente vittima di un’aggressione sì. Martire proprio no. D’altra parte so già che la vicenda verrà ampiamente cavalcata, che chiunque si permetterà da oggi di proporre legittimamente la propria opposizione, verrà additato come un irresponsabile. Mi immagino addirittura fra qualche giorno Berlusconi come Wojtyla che perdona l’aggressore (no questo no, visto il suo carattere, forse no… ma si sa mai!). Chiariamolo! Il modo di governare di Berlusconi, il legiferare ad personam, gli attacchi ai legittimi poteri dello Stato, restano comunque inaccettabili. Il suo modo di porsi resta comunque antidemocratico e illiberale. Popolo della libertà significa ancora solo e sempre la sua propria libertà – e quella di nessun altro - di fare ciò che più gli aggrada. Contro tutto questo ci opporremo, rifiutando la violenza in ogni sua forma ovviamente, ma comunque con fermezza. Rivendicando il nostro diritto, pur non avendo votato Silvio Berlusconi, di essere “italiani veri”.

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