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Non fatevi fregare!

04 novembre 2010

Considerazioni semiserie sull'omosessualità

Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio di un Paese Europeo, nell’anno del Signore 2010, per difendersi dall’ennesimo scandalo a sfondo sessuale, dichiara che è meglio essere appassionato di belle ragazze che gay. Daniela Santanchè esprime la sua solidarietà al premier (una volta la solidarietà si esprimeva nei confronti delle vittime di soprusi e ingiustizie, non il contrario) al grido di “ormai i diversi siamo noi!”, intendendo gli eterosessuali, come a sancire che nel mondo contemporaneo (in Italia come nell’Iran più reazionario e intollerante), sia in atto una specie di guerra, di confronto all’ultimo sangue tra eterosessuali e omosessuali: o loro o noi! La Chiesa Cattolica ha in questo senso enormi responsabilità, quando, rifiutandosi di diventare finalmente e veramente cristiana, continua a gettare anatemi di stampo medievale contro chi non si allinea a un pensiero ingiustificatamente totalitario, quanto (specie su alcuni argomenti), totalmente privo di fondamento , di coerenza e di logica.
La Chiesa Cattolica ha ampiamente dimostrato nei secoli la propria fallibilità, costretta poi dall’evidenza ad aggiustare il tiro, a modificare, lentissimamente alcune sue anacronistiche posizioni. Ha dovuto accettare ad esempio alcune verità scientifiche, non senza aver a lungo cercato di soffocare la verità torturando e mettendo al rogo numerosi innocenti. Il fatto che molto spesso, in passato sia stato così, dovrebbe rappresentare un chiaro monito per gli uomini di Chiesa (che hanno dimostrato ampiamente, anche in tempi recenti, la propria fallibilità) rispetto a presentare alcune proprie posizioni come dogmaticamente incontestabili. Certo, il timore e quello di incrinare quell’aura di “divinità”, o meglio la pretesa di operare e parlare per bocca di colui che non può essere contestato. Messo in discussione questo semplice assunto, il potere (anche e soprattutto temporale) della Chiesa, nonché gli infiniti privilegi di cui gode, potrebbero essere messi in discussione. Anche l’atteggiamento remissivo, amorevole e soprattutto indifferente ai beni materiali di un Francesco d’Assisi, ai tempi fu visto come un pericolo. Ma in realtà un pericolo perché? Perché se si ammetteva che il poverello d’Assisi seguiva il Vangelo, allora come si poteva giustificare, per contro, l’opulenza nel quale pretendevano di vivere i prelati?
La scusa di ogni indiscutibile “certezza” cattolica, sarebbe la Sacra Scrittura. Il fatto è però che questa, per vari motivi linguistici, culturali e temporali deve innanzitutto essere interpretata e, soprattutto attualizzata. Altro trucco: l’unica interpretazione corretta e possibile è quella della Chiesa Cattolica, perché essa nelle proprie scelte interpretative è appunto ispirata direttamente da Lui in persona. E il circolo vizioso ricomincia, senza spiegare i macroscopici errori del passato. Gli errori scientifici, come gli abomini etici. Si pensi alle sofferenze inferte alle donne (streghe), in quanto tali. Segni di un’intolleranza e di una pretesa mascolina di superiorità di cui ancora oggi (lo sappiamo) il senso comune fatica a liberarsi. Eppure anche la sola e semplice “selezione”, indubbiamente operata dalla Chiesa Cattolica, delle Sacre Scritture rappresenta d’altra parte una sorta di interpretazione “umana, troppo umana” e quindi (come accaduto in passato in numerose occasioni) passibile di fallibilità. Il punto è che se questi errori sono avvenuti in passato, se già in molte occasioni la Chiesa, volente o nolente, è stata costretta a crescere, a rivedere le proprie posizioni, ad arrendersi all’evoluzione dei tempi, perché continuano a ricaderci, arroccandosi in posizioni insostenibili e addirittura inesplicabili?
La posizione cattolica nei confronti dell’omosessualità è una di queste. Per me personalmente, al di là della questione religiosa, la posizione di tutti coloro che vivono come un pericolo, un fastidio, addirittura un intollerabile oltraggio la sessualità degli altri è davvero incomprensibile. Come poi questo (e non invece l’amore punto e basta) possa avere a che fare con gli insegnamenti di un uomo (o di un dio) come Gesù Cristo mi confonde. E infatti, d’altra parte, le radici ermeneutiche dell’astio cattolico nei confronti dell’omosessualità non si fondano sui Vangeli, ma bensì sull’Antico Testamento, ovvero sulla religione ebraica (di cui d’altra parte Gesù stesso era un esponente). In particolare nel libro del Levitico (18,22) si legge che l’omessualità è un abominio. Esplicito, diretto. Questo dovrebbe tagliare la testa al toro. Hanno ragione loro, si direbbe. Certo il problema dovrebbe essere esclusivamente perosnale. Cioè se sei cattolico e gay! Se credi nell’inferno e vuoi vivere secondo la tua fede e gli insegnamenti della Chiesa devi rinunciare quanto meno all’attività sessuale. Se vuoi vivere liberamente la tua sessualità invece devi rassegnarti a rinunciare a nutrirti di dio sottoforma di cialda durante la transustanziazione domenicale e rassegnarti all’idea di vivere post-mortem in un posto caldo, molto caldo. Ma questo ancora non spiega perché questa scelta debba riguardare qualcun altro oltre te. Perché non posso essere ateo e gay, senza che qualcuno mi debba odiare? Ma ancora perché mai uno Stato laico dovrebbe rifiutarsi di riconoscere i diritti civili dei suoi cittadini omosessuali? Cosa c’entrano le leggi civili con le leggi di un dio che non sono, e ci mancherebbe, costretto a riconoscere? Un omosessuale brucerà all’inferno? Si vedrà, intanto, da questa parte, su questa terra, se si pretende che egli abbia dei doveri (pagare le tasse, rispettare le leggi, fare la coda in posta), allora si dovrà ammettere che questo cittadino omosessuale abbia anche dei diritti. Uno fra tutti la libertà di vivere, senza subire discriminazioni di nessun tipo, la propria vita.
Ma torniamo al Levitico. Il Levitico è il terzo libro della Torah ebraica e, redatto da autori ignoti, si può far risalire nella sua versione definitiva al VI/V secolo a.c. sulla base della precedente tradizione orale. Insomma stiamo parlando delle norme culturali, igieniche e ritualistiche di tribù che vivevano in Giudea più di 2.500 anni fa. Più o meno nello stesso periodo, nella Grecia Antica, d’altra parte (una civiltà indubitabilmente più avanzata di quella presente in Giudea) era lecito amare, nè suscitava sdegno, uomini e donne indistintamente, in quanto i Greci nell'amore cercavano il “bello” indipendentemente dal sesso dell’amato/a; pertanto, amare donne o ragazzi era solo un aspetto diverso del medesimo sentimento. Chi aveva ragione? I pagani Greci? O i primitivi (per molti aspetti) Leviti? Come detto non sarebbe questo il punto. Ma ammettiamolo per un attimo a solo scopo esemplificativo. Ammettiamo che (almeno dal punto di vista della Sacra Scrittura ebraica) lo stile di vita omosessuale sia effettivamente indifendibile, dove ci porta tutto ciò per coerenza? Perché io vorrei vendere mia figlia come schiava (come sarebbe concesso in Esodo 21, 7), ma continuo a scontrarmi con una certa perplessità e una certa difficoltà a mettermi d’accordo sul prezzo. Solo Silvio Berlusconi si è dimostrato interessato, ma questa è un’altra storia. Anche lei (mia figlia) si ribella e sono indeciso se semplicemente frustarla o metterla a morte per disobbedienza. Mia moglie d’altra parte si rifiuta di dormire a terra durante il ciclo mestruale (Levitico 15:19, 24) e insiste a voler dormire nel letto con me. Devo percuoterla? Altrettanta difficoltà ho trovato ad acquistare schiavi, sia maschi che femmine, come previsto sempre dal Levitico 25:44 (anche questa è una cosa che evidentemente in Italia riesce solo a Berlusconi). Un mio amico continua a lavorare il Sabato. Come sappiamo, secondo Esodo 35:2, dovrebbe essere messo a morte. Per essere un buon cristiano e conquistarmi il paradiso devo farlo secco personalmente? Non contrasterebbe con altre norme e leggi? Oltre all’omosessualità è parimenti un abominio mangiare crostacei (Levitico 11:10), se in quanto eterosessuale, ho avuto la fortuna di evitare il primo, ho invece molto peccato con il secondo, mi piacciono troppo, non riesco proprio a resistere. Ho chiesto perdono in confessione, ma il sacerdote confessore mi ha chiesto se scherzassi, gettandomi un po’ in confusione, a esser sincero. Tutti quelli che conosco (anche alcuni amici di religione ebraica), me compreso, insistono a rasarsi i capelli, addirittura anche quelli vicino alle tempie (cosa che sarebbe espressamente vietata in Levitico 19:27). Quale può essere la punizione appropriata? Possono sposarsi due persone, eterosessuali, ma con i capelli rasati? Possono, pur vivendo nel peccato, adottare un bambino? Ho scoperto che mio padre, da giovane, quando faceva il contadino, andando contro l’insegnamento del Levitico 19:19, ha osato piantare due diversi tipi di ortaggio nel medesimo campo. Come deve essere punito? Una mia amica indossa quasi sempre vesti di due tipi diversi di tessuto. Che si deve fare? Si deve davvero radunare tutto il quartiere per farli lapidare, come prescriverebbero le Scritture?
La conclusione più degna di queste mie fin troppo lunghe riflessioni sarebbe una citazione da Albert Einstein: “"La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre.”
Solo che purtroppo il buon Einstein non tiene conto della cultura e dell’intelligenza del soggetto. Perché ognuno può aprire fino a un certo punto. Dipende da quanto grandi siano le porte cerebrali di cui la natura l'ha dotato. E il circolo è vizioso, perché quelli con una mente ristretta (leggi idioti) non comprenderanno mai il punto di vista di quelli che hanno una mente aperta (e più ricca di connessioni neuronali). Temo inoltre che i primi, siano la maggioranza. E a questo proposito rimando al prologo del film che trovate sul blog, che ben spiega il perché.

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