IMMAGINI, ISTANTI, SOSPIRI, FUGGENTI E SFUGGENTI, SFUMATURE INFINITE DI COLORI TRA IL BIANCO E IL NERO, GIOCHI DI LUCI E DI SUONI, STORIE DI IDEE E IDEE DI STORIE, TENTATIVI O FORSE TENTAZIONI, ACCENNI DI ME, DI NOI, DEL MONDO, TRA PASSATO E FUTURO, ALLUSIONI ALLA VITA OPPURE, FORSE, SEMPLICEMENTE ILLUSIONI!

Non fatevi fregare!

24 novembre 2009

Gradisca Presidente


Patrizia D’Addario avrebbe scritto un libro: “Gradisca Presidente”, le sue memorie sulle feste e sulla notte passata nel lettone di Putin, con il Presidente del Consiglio. Editore Aliberti. Al di là del fatto che le eventuali nuove (e sottolineo nuove) rivelazioni della “signora” possano avere effettivamente rilevanza giornalistica, e quindi sono d’accordo con il Fatto Quotidiano, quando dice che è scandaloso il silenzio che in Italia ha accompagnato finora la notizia, soprattutto in considerazione del fatto – appunto - che invece tutta la stampa estera l’ha ripresa ampiamente (e rispetto al tam tam mediatico riservato per esempio all’uscita del libro di Bruno Vespa, Editore Mondadori, guarda un po’), una domanda sorge spontanea: vista la povertà lessicale e le difficoltà sintattatiche e grammaticali dimostrate dalla escort in tutte le interviste, come sarà riuscita a mettere nero su bianco, in un italiano scritto comprensibile, i suoi ricordi?
Su via, chi è il suo personalissimo Ghost Writer? Ce lo direte prima o poi?
Perché è evidente: o il libro è scritto in “daddariese”, oppure l’ha scritto qualcun altro.
Io, personalmente, avrei preferito che l’inchiesta fosse portata avanti da giornalisti! Che fosse la stampa a pubblicare eventualmente interviste, fatti, notizie. Perché, secondo me, eleggere la signora D’Addario agli onori della Stampa, costringere tutti noi a rivolgerci a Lei come Autore, conferirgli infine un “premio” improprio e inadeguato (anche economico) è, a pensarci bene, offensivo e di cattivissimo gusto. Un’onta per chi fa con impegno e professionalità il mestiere di giornalista o di scrittore. Se un qualche “Truman Capote” italiano (ad avercene…) avesse preso in mano la faccenda e ne avesse sfornato un libro-inchiesta allora che piacere sarebbe stato! Ma Patrizia D’Addario… per piacere! Che paese è l’Italia. Ma proprio nulla da noi è sacro davvero? Qualsiasi cosa si può involgarire, svuotare di valore? Sbraitiamo per il crocifisso nelle aule e va bene, anche se la maggior parte di quelli che sbraitano non mettono probabilmente piede in una Chiesa da decenni, ma dovremmo scandalizzarci anche quando si svende l’arte, la letteratura, l’intelligenza, che sono i segni più evidenti, secondo me, della divinità umana, e quindi dovrebbero essere trattati con estrema cura e responsabilità. Anche se l’Editore fosse stato mosso esclusivamente da intenti divulgativi e da buone ragioni, anziché da criteri Ziopaperoneschi, cioè semplicemente subodorando odore di soldoni (me l’immagino, con le movenze tipiche dell’esoso Papero, mentre si frega le mani piumate, con gli occhietti illuminati dal simboletto dell’euro e si tuffa in una piscina zeppa di monete d’oro), mi sembra comunque una scelta sbagliata. Almeno quella di attribuire il libro alla D’Addario medesima. Perché un’editore è un imprenditore è vero, deve far soldi va bene, ma dovrebbe prefiggersi contemporaneamente anche un compito un pochino più alto, secondo me. Discorso un po’ retorico, moralistico, utopistico? Probabilmente! Ma io ci credo e lo ribadisco con orgoglio.
E voi? Voi lettori della domenica lo comprerete questo libro? Probabilmente sì!
E poi magari lo metterete subito a riposo, sullo scaffale, di fianco al vostro ultimo acquisto, il libro di Bruno Vespa, non è così?
L’ennesimo rarissimo libro acquistato e mai letto. Perché questi libri sono proprio quelli che si acquistano, ma… non si leggono! Perché a comprarli non sono quei pochi italiani che abitualmente acquistano e divorano libri (degni di tale nome). No, sono proprio tutti gli altri. La maggioranza dei non-lettori. E' anche vero che se il libro servisse almeno ad aprire gli occhi anche solo a uno dei fan/elettori di Berlusconi, allora sarebbe una conquista. Ma io non credo che servirà neppure a questo, purtroppo.
E, in ogni caso, non posso fare a meno di chiedermi, cosa ne pensino gli scrittori italiani veri (anche alcuni esordienti di altissima qualità degli ultimi tempi di cui non si parla a mio parere abbastanza e che in qualche modo saranno oscurati anche un po’ da questa nuova uscita). Probabilmente, come è giusto che sia, se ne fregano. Loro d'altra parte fanno un altro mestiere. Scrivono libri.

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